"...è socialista quella società che riesce a dare a ciascun individuo la massima possibilità di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita..."

(Riccardo Lombardi)

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Il futuro è dinanzi a un bivio: o Socialismo o barbarie!

(Rosa Luxemburg)

 

Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro.

(Pietro Nenni)

 

Meglio sbagliare stando dalla parte dei lavoratori che avere ragione contro di essi.

(Pietro Nenni)

 

 

 

Grecia, mai stare dalla parte di Golia

Fino dall’infanzia, ho respirato l’aria di una comunità nella quale, certo in modo semplicistico, la divisione tra buoni e cattivi era nettissima. Prima ancora delle discriminanti politiche, ho imparato che era giusto stare dalla parte di David contro Golia. E partendo da questa elementare divisione che poi quasi a mia insaputa mi sono scoperto sindacalista prima e socialista poi.

Questa verità per me ancora oggi indiscutibile mi è tornata prepotentemente in testa in occasione del referendum in Grecia.

Personalmente non ritengo affatto le posizioni di coloro che hanno sostenuto le ragioni de ‘sì’ tutte campate in area anche se in tantissimi casi, sono state gestite con argomentazioni che davvero fanno accapponare la pelle.

L’aspetto peggiore di tutta la campagna del ‘Sì’ è stata la pretesa molto evidente di sostituirsi al popolo greco nel decidere le sorti del referendum. L’argomento non era il perché di un ‘sì’ o di un ‘no’, ma la pretesa di dichiarare a priori fuori dall’Europa e quindi fuori dal mondo chiunque sostenesse le ragioni del ‘no’. Si è arrivati al punto di presentare il popolo greco come un popolo di gaudenti che pretendeva di essere mantenuto a nostre spese e senza nessun sacrificio.

Quando questo ragionamento sembrava vacillare, si è ricorsi alla falsificazione più sfacciata.

Falsificazione quando si è sostenuto che non era moralmente giusto che noi tutti pagassimo le pensioni ai greci che rifiutavano i sacrifici.

Chi ha parlato delle pensioni in Grecia come un privilegio intollerabile dovrebbe, almeno oggi che si è attutita la polemica fornirci alcuni dati su le pensioni greche. Potremo così scoprire che dietro qualche privilegio non difendibile si nascondono un valanga di pensioni, il cui valore non supera la soglia di sopravvivenza.

La stessa esaltazione di presunti privilegi dei lavoratori greci sia pubblici che privati usata come se fosse lecito sostenere che loro guazzano nell’oro mentre noi, col Jobs Act abbiamo sistemato le cose, è indicativa di un modo di affrontare le questioni senza entrare nel merito.

Che questa sia stata la linea adottata dai partiti, dalle televisioni e dai giornali della destra, non può meravigliarci più di tanto.

Basta andare con la mente al ceto politico greco (colonnelli compresi) che ha ridotto la Grecia in queste condizioni e verificare come si sono comportati allora quelli che oggi ritengono che sia giusto giocare ogni carta per impedire al popolo greco di dire la propria su questioni che riguardano la sua esistenza, per capire meglio il perché i greci hanno detto no.

In tanta orgia di depistaggi, di notizie “false e tendenziose”, si sono distinti soprattutto i tedeschi, e dispiace dirlo, anche quelli che hanno manifestato assieme a noi a piazza San Giovani e in cento altre piazze per l’affermazione dell’Europa dei popoli e per il successo del Partito del socialismo europeo. Abbiamo ascoltato esponenti socialisti europei con i quali si fa davvero fatica a considerarsi parte dello stesso partito e soprattutto a ritenerli sostenitori di David anziché di Golia.

Se è vero che negli ultimi anni l’Europa è stata condotta su una strada completamente sbagliata e che bisogna ora invertire la rota ponendo fine alla politica dell’austerità, diventa assolutamente decisivo che da questa fase di incontri e verifiche esca un’altra Europa, almeno per quanto riguarda le prospettive future. È ovvio che serve però anche un PSE, che non sia un semplice portavoce dei socialdemocratici tedeschi. Che a loro volta hanno il problema di come superare l’appiattimento puro e semplice sulle posizioni della Merkel.

E mentre a tutti dobbiamo chiedere il massimo di responsabilità e di impegno, perché finalmente si incominci a dare all’Europa i connotati che da anni, in tutte le sedi socialisti, democratici e anche parte dei polari dicono di volere. Per quanto ci riguarda, non sarebbe davvero male che superando furberie e tatticismi, chi ritiene anche in Italia, ispirarsi al socialismo abbia un senso riscopra fino in fondo che la differenza fra David e Golia esiste ancora oggi e chiama ognuno di noi a prenderne atto senza ambiguità.

Silvano Miniati
Sinistra Network Riformista

Pubblicato su Avanti! dell'8 luglio 2015